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:: La Bibbia un libro aperto
   (terza parte)

Dalla lettura e meditazione della Parola di Dio ci si aspettano dei risultati. Per questo dobbiamo seguire alcuni suggerimenti fondamentali che la Scrittura ci presenta nel libro dei Proverbi: "Figliuol mio, se ricevi le mie parole e serbi con cura i miei comandamenti, prestando orecchio alla sapienza e inclinando il cuore all’intelligenza; sì, se chiami il discernimento e rivolgi la tua voce all’intelligenza, se la cerchi come l’argento e ti dai a scavarla come un tesoro…" (Proverbi 2:1-4), ecco i risultati: "…Allora comprenderai il timor dell’Eterno, e troverai la conoscenza di Dio" (Proverbi 2:5).

1. LA GIUSTA COMPRENSIONE
"Allora comprenderai il timore del Signore…". Il nostro cuore sarà ripieno delle meraviglie e della lode del Signore e saremo pronti a ricevere ed intendere "le cose dello Spirito di Dio" (1 Cor. 2:14).

2. UNA PREZIOSA CONOSCENZA
"…E troverai la conoscenza di Dio". Uno studio profittevole, sulla linea di quanto è stato già scritto nei precedenti numeri de Il Consigliere, servirà a darci molto di più che semplicemente delle aride informazioni bibliche; impareremo a conoscere Dio! La Persona divina del Signore stesso si rivelerà a noi in maniera chiara e definita. Conosceremo sempre di più della Parola vivente mentre, allo stesso tempo, ci accosteremo alla Bibbia: la Sua rivelazione scritta. Lo studio della Parola di Dio è, da una parte, qualcosa paragonabile allo studio di altri testi letterari; dall’altra, però, sappiamo che non è così. Infatti, come altri libri, essa richiede uno studio diligente ed attento. Ma, dobbiamo ricordare che, a differenza della letteratura secolare, lo studio della Parola di Dio implica un elemento spirituale e non soltanto intellettuale.
Lo Spirito Santo è l’autore della Bibbia e ne deve essere il suo interprete. La parola è l’espressione del pensiero. Noi siamo in grado di conoscere altre persone perché comunichiamo con esse attraverso la parola. Allo stesso modo conosciamo Dio e la Sua volontà attraverso la Sua Parola. Nella Bibbia, è bene ricordarlo, ci sono significati così profondi e spirituali che soltanto menti e cuori unti dall’Alto sono in grado di scorgere. L’approccio alla Scrittura quindi non può essere superficiale e tecnico; un bagaglio culturale di stampo biblico non servirebbe a niente se la lettura della Bibbia non fosse valorizzata dall’azione dello Spirito Santo: tecnici, teologi o grandi cattedratici non sarebbero di alcun utile per la realizzazione delle promesse di Dio secondo l’Evangelo.
Tramite l’azione insostituibile dello Spirito Santo, noi riusciamo a considerare la Scrittura molto di più
che un semplice testo classico, perché lo Spirito Santo è Colui che ci "guiderà in tutta la verità" (Giov. 16:13).
Gesù stesso aprirà la mente di chi si accosta alla Parola. Ricordiamo in maniera vivida l’episodio dei discepoli sulla via di Emmaus in Luca 24. Il Signore, in quell’occasione aprì loro la mente per capire le Scritture. I loro occhi furono aperti e riconobbero Gesù. Seguiamo da vicino la progressione degli eventi e riepiloghiamo l’accaduto:

   a. PRIMA DI TUTTO IL SIGNORE RISORTO "spiegò loro le Scritture" (Luca 24:27, 32);
   b. IN SECONDO LUOGO "i loro occhi furono aperti e lo riconobbero" (Luca 24:31);
   c. IN ULTIMO, GESÙ "aprì loro la mente per capire le Scritture" (Luca 24:45).

La "comprensione" delle Scritture non origina dentro di noi, intendendo in questo modo una facoltà umana che ci consente di conoscerne i contenuti spirituali. La capacità di comprendere e conoscere la Parola del Signore ci viene direttamente da Dio per la virtù dello Spirito Santo. A questo riguardo, significativo è l’episodio del ministro di Candace, regina degli Etiopi. Egli, pur essendo uomo di grande cultura confessò a Filippo la sua ignoranza nel comprendere Isaia 55, infatti, alla domanda del diacono: "Capisci quello che stai leggendo?", egli rispose umilmente, "e come potrei se nessuno mi guida" (Atti 9:30, 31). E, come lo Spirito Santo guidò Filippo a raggiungere il carro, così guidò il ministro a comprendere la Sua Parola.
Il salmista dichiara: "Sì, tu fai risplendere la mia lampada; il Signore, il mio Dio, illumina le mie tenebre" (18:28). Dio è Colui che ci rivela la Sua Parola. Gesù disse: "…io ti rendo lode, o Padre, Signore del Cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli" (Matteo 11:25). Ancora, il salmista afferma: "Fammi comprendere la via dei tuoi precetti…" (Salmo 119:27).
La Bibbia stessa ci dà intendimento e luce. Non sarà necessariamente un processo immediato, sarà forse progressivo; man mano che studieremo la Bibbia, scopriremo che: "La rivelazione delle tue parole illumina" (Salmo 119:130). Infatti, se non permettiamo alla Parola di Dio di penetrare nel nostro intimo, non riusciremo mai a comprenderla nel modo giusto (cfr. Salmo 119:104).
Dio ha promesso che avrebbe comunicato "il suo consiglio con gli uomini diritti" (Prov. 3:32 - Vers. Diodati; cfr. anche Salmo 25:14). Questi versetti rendono chiaro il concetto appena esposto. Quanti hanno una santa riverenza verso Dio avranno una conoscenza chiara del Suo Patto che è la Sua Parola. Il peccatore non può comprendere nella maniera opportuna la Parola di Dio, mentre chi è nato di nuovo ne ha la facoltà, perché Dio risveglia nel credente la capacità spirituale di capirla (cfr. 1 Cor. 2:9-16).
Il credente che è disposto a fare la volontà del Signore ha la certezza di conoscere le dottrine e gli insegnamenti della Scrittura (cfr. Giov. 7:17). La Bibbia diventerà qualcosa di arido per le persone che non sanno apprezzarne le ricchezze che essa contiene.

3. LA CHIAVE DI LETTURA
Il credente stesso possiede la chiave per realizzare l’efficacia della Parola di Dio nella propria vita. La crescita cristiana è concessa a quanti si rivolgono a Cristo per lo studio della Bibbia.
   La prima chiave è quella di arrendersi totalmente al Signore per conoscere ciò che la Parola insegna. Questo sentimento è prodotto dal desiderio di appetire il puro latte spirituale onde per mezzo d’esso si possa crescere per la salvezza dopo aver gustato la bontà di Dio (cfr. 1 Pietro 2:2; vedere anche 2 Tim. 2:15). Il credente scopre che soltanto la Parola del Signore può dargli quell’energia utile a vivere coerentemente un cristianesimo pratico che produce una crescita spirituale.
   La chiave successiva è quella di volere dedicare del tempo specifico per lo studio della Bibbia. Non conosceremo mai abbastanza la Parola di Dio se non le dedicheremo il tempo necessario per estrarne i suoi tesori. Diamo priorità ad uno studio sistematico e diligente della Scrittura.
   La terza chiave è quella della costanza. Nonostante interruzioni, ostacoli, le astuzie dell’avversario, il credente che desidera aprire i forzieri della Parola di Dio, si consacrerà ad uno studio costante della Bibbia.
Il nostro Padre celeste vuole che noi studiamo la Sua Parola. Egli ci ha provveduto la Bibbia e l’Insegnante. Altri libri ci aiutano a studiare la Bibbia con profitto, ma, in ultima analisi, il credente stesso è in possesso della chiave giusta: deve desiderare di conoscere le Scritture, essere disposto a dedicarne il tempo necessario per lo studio, essere risoluto nel perseverare nonostante ogni impedimento.

da: Il Consigliere della Scuola Domenicale 00

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