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Ciò che i bambini vorrebbero…

I bambini di età prescolare talvolta non sono in grado di esprimersi come vorrebbero.
Cerchiamo, perciò, di interpretare alcuni loro comportamenti per capirli meglio e di fare tesoro di alcuni loro messaggi.
    1. Ci piace imitare gli adulti.
Se giocate con noi alle costruzioni per comporre una casa, uno zoo, una macchina… allora giocheremo anche noi con le costruzioni. Se accompagnate un cantico con dei movimenti, noi accompagneremo il cantico con i movimenti. Se ci ricordate di parlare con un
tono basso, parlandoci con un tono di voce basso, anche noi parleremo così…
    2. Potremmo dimenticarci di ringraziarvi.
Gesù, però, ha detto che qualunque cosa fate al minimo nel Suo regno, è come se la faceste a Lui, Gesù promette di ricompensarvi e lo farà. Quindi perdonateci e non offendetevi.
    3. Abbiamo bisogno di essere attivi ma anche calmi.
A volte abbiamo bisogno di arrampicarci e di scivolare. Ci piace anche ruzzolare sul tappeto.
Però rischiamo di farci male o ci stanchiamo troppo, allora abbiamo bisogno di calmarci, sederci e di ascoltare qualche cantico. Oppure potreste leggerci una storia biblica o giocare insieme a noi con la plastilina.
    4. Noi impariamo facendo qualcosa.
Potete parlarci di Dio, di Gesù e della Bibbia. Ma potete farlo anche facendoci fare qualcosa. Il gioco, i lavoretti manuali, ritagliare e disegnare, toccare qualche spiga di grano o delle olive, potete metterli in relazione con ciò che Dio vuole farci conoscere. Se impariamo mentre lavoriamo, allora saremo degli esecutori della Parola e non soltanto degli uditori. Usate la vostra creatività per
stimolare la nostra operosità!
    5. Solitamente abbiamo fame più frequentemente rispetto agli adulti.
Gli spuntini ci aiutano a mantenere la giusta energia al momento giusto. A volte dimentichiamo di chiedere da bere, allora ricordatevi anche di questo.
    6. Ci piacciono i giochi.
Potete creare un gioco per insegnare un semplice versetto biblico? Potete inventarvi un gioco
sulla pulizia della stanza? Potete immaginare un gioco per usare la plastilina? A noi piace fare le cose giocando.
    7. Noi impariamo attraverso la ripetizione.
La prima volta che ascoltiamo un cantico, per esempio, possiamo soltanto prestarvi attenzione. Se ripetete il cantico (il versetto, il gioco o la storia), inizieremo a capirlo meglio e poi anche a riproporlo.
    8. È necessario che ci ricordiate le regole.
Non possiamo fare lo spuntino quando vogliamo o chiedere in continuazione le caramelle. Siete voi a dettare le regole ed ogni volta
che le trasgrediamo, per favore ricordatecelo. Ricordateci anche di dirci che cosa fare e non fare, non fateci fare sempre tutto quello che vogliamo: sarebbe peggio per noi!
    9. Amiamo piacere agli adulti.
Diteci quando siamo buoni, e cercheremo di esserlo ancora di più. A noi piace anche sapere quando stiamo migliorando e a volte ci serve incoraggiamento anche soltanto per continuare a provarci.
    10. Non fare promesse che poi non mantieni.
Talvolta ci dite qualcosa per incuriosirci o ci fate delle promesse per farci stare buoni o farci
venire alla prossima lezione e poi non le mantenete, pensando che noi ce ne dimentichiamo. Non è così, abbiamo una buona memoria e poi ci rimaniamo male.
 
Esperienza
Ricordati dunque…  

“Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto” (Giov. 14: 25, 26). Leggendo questa preziosissima promessa del Signore, sicuramente pensiamo agli effetti prodotti dalla Parola di Dio insegnata nella Scuola Domenicale. La si frequenta per mesi o addirittura anni e poi, nelle crisi di gioventù o in seguito, sembra tutto svanire ed essere dimenticato per sempre; ma sappiamo che non è così. La Scrittura, infatti, cita:
    Il giovane di Ecclesiaste 12
Paragonabile ad un figlio di credenti, viene istruito così: “… ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni…"  La Parola esorta ogni giovane a ricordarsi di Dio anche, e sopratutto, nel tempo della spensieratezza!
    Il credente scoraggiato
Nel Salmo 42, è scritto: “… Ricordo con profonda commozione il tempo in cui camminavo con la folla verso la casa di Dio, tra i canti di gioia e di lode d’una moltitudine in festa…”. Questo credente lontano, in difficoltà, si ricorda di Dio e dei benefici della Sua casa.
    Il profeta riluttante
Giona, mandato dal Signore in missione dai Niniviti, fugge lontano da Lui. Dio, però, lo ferma con una tempesta, facendolo finire nel ventre di un gran pesce e lì, in quella posizione più unica che rara, prega, è salvato e, nel capitolo due, scrive: “… Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato del Signore e la mia preghiera è giunta fino a te…”.
Questo “credente fuggitivo”, nell’angoscia, si ricorda di Dio, prega ed è salvato lui e tanti altri.

Non importa in quale circostanza si possano trovare i nostri alunni, la loro età o condizione, lo Spirito Santo vuole ricordare loro come hanno ricevuto e ascoltato la Parola, riportarla alla loro mente anche attraverso delle crisi o nella spensieratezza; in ogni caso, la Parola di Dio non torna mai a vuoto (Isaia 55:11).
Forse è stata ascoltata tanti anni fa, non importa, essa “…opera efficacemente in voi che credete” (1 Tess. 2:13).
Adoperiamoci ad annunciare questa Parola con dovizia e lo Spirito Santo la riporterà alla mente di chi la ode nel momento più opportuno. Paolo Lombardo

da: Il Consigliere della Scuola Domenicale 08 Formato pdf




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