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Studiare la Bibbia - prima parte

Le profondità nascoste della Scrittura non si schiuderanno al lettore occasionale. Molti credono che la Bibbia sia un Libro che, aperto a caso, rivelerà il suo filone di ricchi tesori. Una tale pratica svelerà qualche verità al lettore superficiale, ma non gli fornirà il messaggio nella sua interezza.
Per comprendere la Parola di Dio correttamente bisogna afferrarne il disegno più ampio e, allo stesso tempo, lo scopo fondamentale. Per questo la Bibbia richiede studio. Gesù ci esortò a "investigare le Scritture". La parola "investigare" è un termine forte che implica l’utilizzo di energia, diligenza e assiduità nel compito. Il cacciatore ricerca la preda; il prospettore cerca l'oro; il geologo cerca il petrolio; la polizia ricerca il criminale; la squadra di soccorso ricerca il bambino smarrito. In ogni caso, si richiede uno impegno scrupoloso e costante che dev’essere diretto verso un obiettivo ben definito. In modo analogo, dobbiamo impiegare risolutamente ogni premura nell’investigare le Scritture.
Viste le differenze tra un individuo ed un altro, non ha senso che si imponga una formula rigida e univoca per lo studio della Bibbia. Alcuni principi basilari sono comunque essenziali perché il nostro approccio possa essere quello giusto. Il metodo non deve mai essere fine a sé stesso; costituisce meramente un modo utilizzato dal singolo credente secondo le capacità mentali donategli da Dio o, più semplicemente, perché egli lo preferisce ad un altro. Ma, al di sopra di tutto, ricordiamo che l’apprendimento deve venire attraverso la guida e l’illuminazione dello Spirito Santo.
Lo scopo dei metodi qui descritti è che chi li usa possa, attraverso l’applicazione dei principi presentati, conoscere meglio il vero Autore delle Scritture, l’unico vero Dio, e Suo Figlio Gesù Cristo.
Non c’è un solo, unico e definitivo approccio da assumere nello studio di un brano della Scrittura, infatti, per quanto possa essere valido un metodo di studio, non ci si può attendere di esaurire la conoscenza di un passo della Bibbia in una sola volta. La Parola di Dio può essere paragonata ad un pozzo artesiano la cui riserva è inesauribile, per quanta ne attingiamo. Per di più, la nostra crescita personale nel Signore ci permette di trovare cibo spirituale nella Parola oggi più di ieri, e domani più di oggi. E non è necessario capire tutto subito.
Stiamo studiando la Bibbia, non soltanto per imparare qualcosa su di essa, ma per vivere secondo i suoi principi. Quello che è necessario è fare ciò che comprendiamo.
Viviamo secondo la luce che Dio ci assegna; e, mentre continuiamo a studiare ed ubbidire alla Parola,
lo Spirito Santo diffonderà più luce sul nostro sentiero di giorno in giorno.

   - STUDIO BIBLICO DEVOZIONALE -
Lo studio accurato e analitico della Bibbia è un’attività avvincente e opportuna. Ma non va mai disgiunta da una vita spirituale disciplinata. La Bibbia deve nutrire l’anima. Nello studio devozionale della Bibbia non miriamo a finalità omiletiche, né facciamo ricerche o analisi tecniche che possono risultare aride e meramente accademiche. Queste cose potrebbero avvenire in seguito, ma non hanno la priorità. Ricerchiamo cibo spirituale, desideriamo sentire il Signore parlare al nostro cuore, vogliamo rafforzare la nostra comunione con Lui. Nella meditazione scopriamo la volontà di Dio e impariamo a conoscerLo meglio. Impariamo a fare nostre le promesse divine. Uno studio attento, badando ai dettagli, è essenziale, ma dobbiamo sempre vedere la Bibbia per quello che è realmente: la Parola di Dio, "vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio … essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore" (Ebrei 4:12).
Una giovane diede un’illustrazione di ciò che per lei significata una devota lettura della Bibbia, spiegando che aveva appena ricevuto una lettera da un credente cui aveva dato il suo cuore. Aveva letto la lettera cinque volte, non perché non l’avesse capita la prima volta, né per dovere, né per cercare di entrare nelle buone grazie dell’autore, La leggeva ripetutamente perché era devota a chi l’aveva scritta. Questo illustra la maniera in cui si studia in modo devoto la Bibbia, quest’attitudine ci aiuterà a mantenere l’ardore spirituale e un’amorevole devozione verso il nostro Amato.
La Parola incarnata si rivela a noi nella Parola scritta, e più conosciamo questa Parola scritta, più profonda sarà la nostra conoscenza di Cristo, la Parola vivente. Più Lo conosciamo, più Lo amiamo e più Gli ubbidiremo. Non è forse quello che Egli dice nel Vangelo di Giovanni: "Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli. Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa" (Giov. 15:7-11).
La lettura e lo studio regolare della Bibbia, secondo un passo o un tempo prestabilito, o fino a che non arrivi ad un versetto che desideri meditare, determinerà il "tono spirituale" con cui affronterai le attività della tua giornata. Il metodo devozionale per lo studio della Bibbia pone l’enfasi sull’importanza di raccogliere verità eterne per un bisogno spirituale personale. Tutta la verità di Dio fu scritta non per prepararci a superare degli esami, come a scuola, ma allo scopo di aiutarci a vivere la nostra vita in vista dell’eternità.
A parte ogni altra considerazione, nello studio devozionale della Scrittura ci chiediamo: che cosa dicono al mio cuore questo passo, questo versetto? Parla di un bisogno contingente? In che modo mi rivela maggiormente Gesù?

Tre semplici passi possono esserci di aiuto:
    1. Rendi chiaro il messaggio.
    2. Rendi personale il messaggio.
    3. Rendi pratico il messaggio.

Troviamo le nostre risposte nella meditazione devozionale, intima e profonda della Parola di Dio. Davide scrive circa il tempo da dedicare alla meditazione della Scrittura: "Giorno e notte" (Salmo 1:1, 2)
e prega che le sue "parole … e meditazione" possano essere gradite al Signore (Salmo 19:14). Il Salmo 119, poi, indica la risoluzione adottata dal salmista nel meditare la Parola di Dio (vv. 15, 23, 48, 78, 97, 108). Ancora, Dio comandò a Giosuè di "medita(re) giorno e notte" nel Libro della Legge (cfr. Giosuè 1:8). Meditare significa "applicazione, riflessione", impegnando tutte le proprie facoltà spirituali. In altre parole, dobbiamo leggere con attenzione. Ancora di più, significa leggere con intenzione.
È importante notare che la meditazione non è mai incentrata su noi stessi o sul nostro peccato. Il Salmista mette la cosa nella giusta prospettiva: "Possa la mia meditazione essergli gradita!" (Salmo 104:34). Occuparci di noi stessi è pericoloso, e occuparsi del nostro peccato è deprimente, ma occuparci di Lui è glorioso. Notiamo che si tratta della mia meditazione, non di quella di un altro; "il mio cuore mediterà" (Salmo 49:3).
Il salmista chiede: "Apri i miei occhi, e contemplerò le meraviglie della tua legge" (Salmo 119:18).

Vogliamo esaminare i tre passi esposti sopra alla luce di questa preghiera.
   1. Rendi chiaro il messaggio.
Gesù disse: "Investigate le Scritture" (Giovanni 5:29). indi è necessario cercare. Cerca cose relative a Dio e al Suo Figlio; studia il loro carattere, le loro opere, scopi. Cerca cose relative a te stesso; e cioè: cosa vuole Dio da me? Quale deve essere la mia preghiera a Lui? Quali promesse o avvertimenti mi rivolge il Signore? Sottolinea la tua Bibbia. Scrivi a margine. Usa un quaderno per appunti. La verità annotata mi sarà di benedizione, non soltanto per quel determinato momento, ma in modo maggiore anche nei giorni seguenti.
   2. Rendi personale il messaggio.
Il salmista era personale allorché scriveva: "La tua parola è una lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero" (Salmo 119:105). Perciò fai tuo il messaggio della Parola nelle cose che trovi in essa. Applicale a te stesso. Interpreta le cose in prima persona singolare: "Io devo essere…fare … Dio mi promette … Se io non faccio … le conseguenze per me saranno…".
   3. Rendi pratico il messaggio.
Giacomo, persona pratica, illustra questo nella epistola che porta il suo nome: "…mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi…" (Giacomo 1:22-25). Il messaggio osservato va messo in pratica. Se trovi qualcosa da applicare nella tua vita, prendi una decisione e agisci di conseguenza, così sarai "… uno che la mette in pratica; … felice nel [t]uo operare". Essere d’accordo con l’affermazione: "Io dovrei perdonare gli altri", non serve a niente a meno che io non perdoni quella persona per l’azione di cui l’incolpo. La lettura e lo studio devozionale implica più che un’introspezione sentimentale ed emotiva. Non appare mai come un sognare ad occhi aperti. Ha uno scopo. Quando la donna, affascinata dalle parole di Gesù, esclamò in un moto di entusiasmo: "Beato il grembo che ti portò e le mammelle che tu poppasti!", Egli precisò che l’ascolto della Parola non deve produrre mere reazioni emotive, quanto più una risposta concreta: "Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!" (Luca 11:27, 28).

da: Il Consigliere della Scuola Domenicale 06

 
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